martedì 4 agosto 2009

La ZIa (seconda parte)

Al risveglio Alex si era ritrovato disteso sul letto di casa sua, con le mani ed i piedi legati ed un grosso pezzo di nastro adesivo che gli chiudeva la bocca.
Dopo qualche momento di riflessione, gli tornarono in mente gli ultimi istanti in cui era ancora sveglio: sua zia Angelica lo aveva costretto a rientrare in casa, malgrado il suo rifiuto. Lo aveva trascinato con la forza e si era permessa addirittura di tappargli la bocca con la mano. Per non farlo respirare gli aveva chiuso le narici con le dita dell'altra mano ed aveva atteso il suo svenimento.
Era stata lei dunque, a portarlo fin la, legarlo ed imbavagliarlo. Una mossa davvero crudele da parte sua. Una cosa era più che certa: il ragazzino avrebbe informato immediatamente i genitori al momento del loro arrivo. Sua zia non poteva di sicuro passarla liscia dopo un comportamento del genere.
Con il cuore ancora pulsante dalla paura, la sua mente continuava a vedere le mani di Angelica, che gli tappavano bocca e naso. Non riusciva a respirare, temeva di morire soffocato. Sua zia premeva con molta forza contro il suo volto e dall'espressione del viso sembrava volesse veramente ucciderlo. Fortunatamente non andò così, ma in ogni caso quella stronza meritava una lezione coi fiocchi. Un attimo di distrazione da parte sua e lo avrebbe ucciso sul serio.
Alex si divincolò, nel tentativo di liberarsi, ma fu tutto inutile. Le corde erano state legate molto strette ed il nastro adesivo non gli permetteva di emanare una sola sillaba. Con molta probabilità anche la porta della camera era stata chiusa a chiave. Per lui purtroppo era rimasta una sola via d'uscita: attendere l'arrivo di qualcuno che potesse liberarlo. Ma chi?

Il ragazzino udì il rombare di una moto. Pochi secondi dopo il campanello squillò.
La zia Angelica nel frattempo, aveva da poco terminato una doccia calda ed andò ad aprire.
All'ingresso l'attendeva Gianluca, il suo fidanzato. Era un ragazzo poco più vecchio di lei, di media statura ed un fisico piuttosto atletico. Indossava un completo di pelle da motociclista e dei grossi guanti, sempre di pelle nera, foderati in cashmere.
«Ciao Gianluca!» Disse lei. «Sei arrivato in anticipo. Entra pure.»
Il ragazzo le rispose con un semplice sorriso e con un bacio sulla guancia. Dopodiché chiuse la porta e si fece accompagnare da Angelica nel soggiorno. Si tolse gli abiti pesanti e gli appese nell'attaccapanni, eccetto i guanti di pelle. Poi si sedette nella poltrona e chiese alla sua fidanzata: «Allora, ti sei occupata del ragazzino?»
Angelica lanciò un'espressione seducente e strizzò l'occhio. Si era preparata per un appuntamento in grande stile. Una canottiera viola con scollatura, che metteva in evidenza parte del suo intimo e delle sue forme. Una minigonna che le copriva a malapena le parti basse, degli stivali neri di pelle ed un paio di collant scuri.
«Certamente.» Rispose la ragazza con disinvoltura. «E' stata la cosa più facile.»
Con una mano sollevò l'elastico della gonna ed infilò l'altra in mezzo alle sue gambe. Tirò fuori un paio di finissimi, corti e sfoderati guanti di pelle nera. Mentre se li infilava delicatamente, si sedette sopra le gambe di Gianluca e continuò la frase precedentemente interrotta: «Lo sai anche tu che con le mie mani non si può scherzare. Mio nipote era irrequieto e mi ha costretto ad agire di conseguenza. Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto prima di svenire. Aveva gli occhi sbarrati. Lui tentava in tutti i modi di trovare qualche residuo d'aria, ma io premevo e stringevo con tutta la mia forza. Ci ha messo circa due minuti prima di perdere conoscenza!»
Dopo una risata, il suo ragazzo replicò: «Mamma mia, sei davvero pericolosa tu...»
Angelica lo interruppe, schiaffeggiandogli il palmo della mano guantata sulla bocca e chiudendogli le narici con l'altra.
«Io ti ho avvertito.» Disse lei. «Per punizione ti faccio trattenere il respiro per trenta secondi.»
Gianluca rimase immobile, in profondo stato di eccitazione, mentre la sua ragazza gli teneva bocca e naso tappati. Un forte senso di superbia prevaleva in lei. Si sentiva un'ottima padrona, che non lasciava alcuna via di scampo al suo povero schiavo. Lo osservava con aria severa e sorridente allo stesso tempo. Provava orgoglio nel percepire le sofferenze di Gianluca, causate dalla mancanza d'aria provocata dalla pressione delle sue mani guantate sulla bocca e sul naso di lui.
I trenta secondi trascorsero piuttosto in fretta. Come d'accordo, Angelica tolse le mani e Gianluca tornò a respirare regolarmente.
«Dio mio, la tua bravura nel soffocare la gente mi fa ribollire il sangue!» Esclamò con stupore il ragazzo. «Dovrei disobbedirti più spesso, per far sì che tu mi chiuda la bocca ed il naso con le tue stupende mani, avvolte da altrettanto stupendi guanti di pelle nera, finissimi aderenti e sfoderati.»
Angelica gli chiese: «Ti va se ti masturbo un po' con i miei guanti? Ti faccio godere con entrambe le mani. Con una te lo stringo per bene, mentre con l'altra ti tappo la bocca, così sarai costretto ad annusare la fragranza della pelle!»
«Magnifica idea!» Rispose Gianluca. «Prima però vorrei proporti io un bel gioco.»
«Di che si tratta?» Domandò la ragazza con immensa curiosità.
Il fidanzato la osservò con uno strano sorriso e non rispose. Pochi istanti dopo, con un'improvvisata, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un batuffolo imbevuto di cloroformio e lo posò sulla faccia di Angelica.
«Mmmmmmh, mmmmmmh!» La ragazza rimase del tutto colta alla sprovvista e lo afferrò per le braccia, nel tentativo di liberarsi dalla grossa mano guantata che le faceva odorare la sgradevole e soporifera sostanza chimica.
«Stai calma Angelica.» Mormorò Gianluca sibilando. «Tra non molto il gioco sarà terminato. Mi dispiace non avertelo detto prima, ma è indispensabile che tu dorma. Avrei potuto soffocarti benissimo con questi guanti di pelle, ma ucciderti non mi sembrava il caso.»
La stretta di Angelica pian piano si indebolì, fino a lasciarla completamente. I suoi occhi si chiusero lentamente. Il cloroformio aveva compiuto il suo effetto.
Gianluca tolse con calma il batuffolo e la mano guantata dal viso della fidanzata. La distese dolcemente sul tappeto e le accarezzò il volto.


Continua....